Durante le ultime Olimpiadi, ospite a casa di amici, sono stata "costretta" a guardare la TV, cosa che per me costituisce sempre un dispiacere. La fortuna, però, ha voluto, che i miei amici seguissero le gare femminili di tuffo alle Olimpiadi cosa che mi ha fatto un po’ ripensare alla mia idea che la Televisione sia il Male o, almeno, una cosa che gli somiglia parecchio.In particolare, ho visto le atlete, la loro concentrazione sul trampolino, le espressioni che avevano dopo la prova che diceva che, prima ancora che i giudici esprimessero il loro voto, sapevano come erano andate. Glielo aveva detto la tensione del loro corpo ineguagliabile, l’impatto sull’acqua. Loro sentono e sanno.Bellissima l’espressione di Tania Cagnotto, dopo il suo splendido tuffo che l’ha portata sul podio, un terzo posto che è un primo, dietro le imbattibili cinesi, esseri di un altro pianeta, con le loro facce da ragazzina e la loro perfezione oltre l’umano.
Poi la partita di Beach Volley tra Brasile e Svizzere. Altre atlete meravigliose, agili, le ho guardate volare sulla sabbia a rimbalzare sui propri splendidi fisici. Non ho potuto non pensare alle polemiche dei giorni precedenti, in particolare, quelle sull’apprezzamento del fisico degli atleti, quello positivo, intenso, bollato come sessismo ("gli apprezzamenti degli uomini sui costumi del beach volley? E allora quelli delle donne sui nuotatori?!").
Davvero l’apprezzamento per un corpo, per un bel corpo atletico che sostiene una performance è male? Si tratta davvero di sessismo?
Le Olimpiadi e, forse, per certi versi, ancor di più le Paralimpiadi, sono la celebrazione del corpo, di quello che il corpo umano può fare al proprio meglio. E’ un peccato che la nostra cultura ci abbia insegnato a dividere la mente dal corpo e a pensare che prendersi cura dell’una sia un bene e prendersi cura dell’altro vanità e male. Guardando le atlete ieri, nessuno potrebbe affermare che la cura del corpo le ha rese stupide, basta guardare la loro concentrazione, attenzione, passione.Io stessa sono stata vittima di questa mentalità, e guardo spesso gli altri che si tuffano, si lanciano, corrono, sapendo che non sono stata cresciuta così e che, come amo spesso dire, in modo autoironico, per me il massimo sforzo atletico è sempre stato: sollevamento libro, giramento pagina. Oggi lo rimpiango, so che ci sono state potenzialità di me che sono state inesplorate e che oggi recupererei con fatica anche se, in una certa misura, ci provo. Non dovremmo vergogniamoci di apprezzare la bellezza del corpo, soprattutto quando è la sana ammirazione per quello che esso è capace di fare, anche perché il corpo senza la mente non arriva da nessuna parte e presto dovremo tutti abbandonare l’illusione che il contrario sia possibile.
tratta da:http://www.repubblica.it/sport/vari/2013/06/21/news/cagnotto_oro_agli_europei-61585704/