Spesso mi sento dire che si vede che amo il mio lavoro.
Certo, ma io ne sono anche innamorata.
Ho spesso paragonato la storia di una persona, nel lavoro o in un'organizzazione a una storia d'amore.
Quando ci avviciniamo al mondo del lavoro siamo come adolescenti che si affacciano alle relazioni romantiche.
Abbiamo forse una cotta, qualcuno cui aspiriamo, ma che, magari, resterà nei nostri sogni, e abbiamo una serie di scelte papabili per arrivare alla sospirata felicità. Non sempre coincidono, come nel lavoro.
In ogni caso sia per le une che per le altre, quando una nuova possibilità si concretizza, ed entrano in un contesto lavorativo, inizia il periodo di "luna di miele" (non è necessario essere sposati per viverlo).
Poi c'è il bagno di realtà. Questo bagno di realtà può essere benefico, semplicemente critico, o addirittura esiziale.
A ogni modo, citando le splendide parole di De Andrè nella canzone il Chimico, ispirata dalla poesia di Edgar Lee Masters:
" Guardate il sorriso guardate il colore
Come giocan sul viso di chi cerca l'amore
Ma lo stesso sorriso lo stesso colore
Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore"
Quando l'innamoramento svanisce, lascia il posto a un sentimento più profondo, fatto di doveri e responsabilità, di quotidianità e di aspettative deluse, non è difficile che la luce si spenga e che ci si trovi a convivere con la disillusione.
Ovviamente non tutti vogliono innamorarsi, qualcuno cerca una relazione solo per paura della solitudine e ci resta a lungo, forse anche tutta la vita, frenato dalla paura di cambiare, di rischiare. Spesso dice a se stesso: "tanto tutte le relazioni sono uguali" e, qualche volta, cerca fuori dal rapporto una distrazione, ma poi torna sempre all'ovile.
Sono, fuori dalla metafora, le persone che cercano qualunque lavoro pur di avere un guadagno che dia loro di che vivere, pronte ad accontentarsi anche se sentono di non essere soddisfatte, spesso si dicono che "la vita è fuori".
Ma che fare nelle crisi "di coppia"?
I sentimenti negativi e i conflitti, in un rapporto di lavoro, come in una relazione d'amore, si superano se c'è volontà e motivazione verso il rapporto, confronto aperto e dialogo, voglia di ascoltarsi, da entrambe le parti, e le condizioni al contorno lo consentono (molte relazioni non sopravvivono a eventi esterni traumatici, così come i rapporti tra aziende e i dipendenti).
In assenza di questi fattori, ci possono essere varie conseguenze, elenco le principali:
- fine del rapporto (uno dei due lascia l'altro)
- continuazione del rapporto su una base di compromessi e coltivando rabbia e ostilità reciproche
Come psicologa e psicoterapeuta mi sono trovata spesso a riflettere su che cosa può mantenere vivo il rapporto e la fiamma dell'innamoramento.
Io ho la mia risposta, valida sia nel mondo intimo che in quello lavorativo: la curiosità.
Essere curiosi di ciò che avviene attorno al proprio lavoro, per continuare a crescere, dell'altro nell'amore, per non darlo mai per scontato, di se stessi, per mettersi alla prova in continuazione, non per dimostrare qualcosa ma per esplorare le proprie possibilità.
Tanto tempo fa riflettevo che nella mia vita la felicità è stata molto più legata a quanto sentissi di amare che a quanto mi sentissi amata. In fondo, dell'amore di chi non amiamo ci importa poco, confessiamolo, e questo vale anche nel lavoro.
Per quanto possiamo trovare un lavoro facile, ricavarne incentivi o sentirci apprezzati, nessuna gratificazione è uguale ad amare quello che si fa, mentre lo si sta facendo.
Come me, che in una domenica di sole, ho scelto di scrivere questa riflessione per la semplice gioia che mi dà scriverla e condividerla.
Vi auguro di essere innamorati sempre, di voi stessi, della vita, degli altri del vostro lavoro, di ogni istante.
Buon San Valentino
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